
Come sfruttare la consulenza psicologica a distanza ai tempi del Coronavirus
Nell’ultimo mese a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ho ricevuto molte domande sulla consulenza psicologica a distanza: le persone vogliono avere più informazioni su come si svolge e desiderano sapere se potranno trarne gli stessi benefici ottenibili da un incontro in presenza.
In questo articolo affronto alcuni punti fondamentali per fare un po’ di chiarezza sul tema.
La prima cosa da sapere è che, analogamente a quanto accade quando ti rechi nello studio di professionista, anche nella consulenza a distanza li motivi per cui chiedi aiuto possono essere molteplici (es: ansia, panico, pensieri ricorrenti e disturbanti, problemi con il cibo, depressione, difficoltà con il partner, con i figli).
Una volta formulata la tua richiesta sarà lo specialista a valutare la tua situazione e a scegliere come guidarti per farti raggiungere l’obiettivo che desideri costruendo un percorso adatto alle tue esigenze in termini di frequenza e durata.
In alcuni casi gli appuntamenti avranno cadenza settimanale , in altri quindicinale, in altri ancora sarà opportuno prevedere incontri più brevi ma ravvicinati. Ogni terapeuta ha un suo modo di lavorare che adatta alle esigenze della persona e della specifica situazione.
I dubbi che le persone nutrono riguardo a questa modalità di svolgimento della consulenza riguardano principalmente l’efficacia dell’intervento, la difficoltà di utilizzare la tecnologia necessaria e la possibilità di mantenere la privacy.
Su questi punti voglio rassicurarti e allo stesso tempo essere sincera e trasparente.
Comincio subito col dirti che, in alcuni casi, (seri ma limitati) l’intervento a distanza non è consigliato. Ci sono delle problematiche, infatti, che richiedono la presenza fisica dello psicoterapeuta e che non possono essere gestite con la presenza virtuale, che paradossalmente potrebbe peggiorare il quadro clinico. La valutazione di queste situazioni spetta sempre allo specialista.
Per la maggior parte delle situazioni, invece, un intervento a distanza è efficace e risulta in ogni caso preferibile all’assenza di supporto, soprattutto laddove il disagio risulti marcato o sia peggiorato nel tempo.
Un consulto a distanza può essere svolto con varie modalità che è bene esplorare, soprattutto in questo periodo di difficoltà.
Se hai bisogno di aiuto, come potrai leggere di seguito, basta veramente poco per poter ricevere un supporto.
Se hai una connessione internet e uno schermo di grandi dimensioni, come quello di un computer o un di un tablet, sei nella condizione ottimale.
Ci sono applicazioni, facilmente scaricabili come Skype, che permettono un’esperienza attraverso il video molto gradevole. Con questi mezzi è possibile non solo proseguire una terapia già iniziata ma anche iniziarne una nuova in modo piuttosto agevole. Disponendo di questi strumenti molte persone ben prima di questa emergenza hanno scelto la consulenza a distanza ritenendola uno strumento che ben si concilia con le proprie esigenze personali (spostamenti di lavoro frequenti, possibilità di scegliere professionisti su tutto il territorio nazionale, etc.).
Se non possiedi un pc o un tablet o non hai in casa una connessione wi-fi, ti restano comunque altre possibilità e non devi abbandonare l’idea di farti aiutare; con i giga del telefono e con l’applicazione whatsapp, per esempio, puoi effettuare videochiamate sicure e, nella maggior parte dei casi, questo è sufficiente per poter effettuare sedute con uno specialista.
Se non hai uno smartphone o un telefono con abbonamento internet ci sono associazioni e professionisti privati che possono ascoltarti e supportarti in questo momento di emergenza e a cui puoi rivolgerti con una semplice telefonata.
Veniamo ora al problema della privacy.
Uno dei motivi per cui la gente va da uno psicologo è sicuramente quello di poter avere uno spazio, fisico e mentale, tutto per sé. In questo senso lo studio del professionista rappresenta un luogo sicuro e protetto e rinunciarvi può essere faticoso.
Molte persone mi dicono di non avere nella propria casa, in questo periodo, uno spazio fisico dove “sentirsi” protetti e liberi di parlare.
Questo può essere un problema che però nella maggior parte dei casi, possiamo risolvere,
Personalmente ho ampliato gli orari in cui ricevo (inizio la mattina molto presto, dalle 6 fino alla sera alle 23 ); in questo modo quando il resto della famiglia dorme la persona può avere più facilmente un po’ di riservatezza.
Ci sono però altre soluzioni che puoi provare a praticare per avere la tua privacy: puoi effettuare la consulenza in macchina o sfruttare il balcone di casa. Alcuni miei pazienti più determinati, e direi anche fantasiosi, hanno utilizzato la cantina o la terrazza condominiale.
E’ ovvio che sono soluzioni temporanee ma possono rivelarsi estremamente utili in questo particolare momento.
Ricordati che, anche se in questo momento non puoi permetterti un professionista privato, esistono tante associazioni che offrono sostegno psicologico gratuito e che puoi contattare.
Insomma, se ti senti in difficoltà e non riesci più a gestire il disagio, anche se sei in casa e non puoi uscire non rimandare oltre: chiedi aiuto! Intervenire tempestivamente è importante per evitare l’aggravarsi dei sintomi e il peggiorare delle situazioni.
Se ti è piaciuto questo articolo e pensi che possa interessare a qualcuno che conosci ti chiedo di condividerlo.
Se invece sei tu ad aver bisogno di aiuto contattami e sarò felice di lavorare con te o di indirizzarti ad associazioni che offrono servizi psicologici gratuiti.
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