
CONOSCI L’EMOZIONE DELLA VERGOGNA? COSA DEVI SAPERE COME GENITORE
Oggi voglio parlarti della vergogna e del perché è importante che tu conosca questa emozione, nonostante se ne parli poco.
La vergogna è spesso presente nei comportamenti dei bambini ma, in alcuni casi, può essere un’emozione ingombrante e se mal gestita, può diventare una compagnia spiacevole anche da adulti.
A differenza delle emozioni primarie, (paura, tristezza, gioia, rabbia, disgusto) che sono presenti sin dai primi mesi di vita, la vergogna si sviluppa tra i due e i quattro anni di età e presuppone la capacità del bambino di percepire la valutazione di sé da parte dell’altro: è questo il motivo per cui la vergogna viene considerata un’ emozione sociale.
Al pari delle altre emozioni anche la vergogna ha una funzione specifica e serve a garantirci un vantaggio a livello evolutivo: ci permette di vivere ed essere accettati nel gruppo sociale, nella comunità e nella famiglia.
La vergogna, infatti, è nata per ricordarci che alcuni comportamenti e atteggiamenti vanno evitati se non vogliamo essere derisi, respinti o puniti, in una parola se non vogliamo perdere il nostro mondo di relazioni.
Quando ci vergogniamo per qualcosa le reazioni fisiologiche che si innescano possono essere anche molto intense e alcune di queste sono visibili agli altri (rossore in volto, sguardo basso, corpo ripiegato su se stesso), altre sono percepite solo dalla persona che vive l’emozione (sensazione di voler scomparire o sprofondare, sensazione di essere bloccati, percezione di vuoto sotto il diaframma).
Provare vergogna in alcune situazioni è normale (quando facciamo qualcosa che sappiamo andare contro regole o consuetudini, quando veniamo biasimati o ripresi davanti ad altri, quando ripensiamo a azioni compiute di cui non andiamo fieri), tuttavia se ci accorgiamo che questa emozione ci accompagna troppo spesso forse qualcosa non va come dovrebbe.
Come genitore può esserti utile sapere che uno stile educativo improntato alla critica, alla svalutazione e al biasimo genera spesso nei bambini vissuti di vergogna.
Quando ti rivolgi a tuo figlio, soprattutto se è piccolo, non è tanto rilevante il contenuto di quello che dici quanto piuttosto il tono che utilizzi e lo sguardo che hai. Consiglio sempre ai genitori di prestare molta attenzione alla loro comunicazione non verbale e paraverbale: potresti avere modi e toni eccessivamente severi (o peggio ridicolizzanti) senza accorgertene e questo è possibile che accada soprattutto se tu stesso sei stato cresciuto in questo modo.
Evitare il biasimo e la svalutazione non vuol dire non poter riprendere tuo figlio per alcuni comportamenti o atteggiamenti ma imparare a farlo con una modalità costruttiva.
Quando un bambino viene frequentemente ridicolizzato, biasimato o criticato può cominciare a sviluppare l’idea che qualcosa dentro di sé sia sbagliato, che non sia meritevole di amore o che sia incapace o inadeguato.
Crescendo il biasimo e la critica diventano una voce interna che può limitare in mille modi la vita di tuo figlio.
In alcuni bambini la vergogna può alternarsi alla rabbia con manifestazioni anche piuttosto forti, che esplodono nei momenti in cui si sentono frustrati e si valutano incapaci e inadeguati.
Altri bambini temono tanto la vergogna da diventare bravissimi ed eccellere a scuola, nello sport, nella musica, ma crescono portando dentro se stessi una voce critica che si affaccia con forza in caso di fallimenti, anche piccoli, e che può destabilizzare l’equilibrio in adolescenza o anche nella vita adulta.
In molti casi la vergogna si nasconde in profondità e pur non impedendo alle persone di vivere la loro vita le fa procedere con il freno a mano tirato, ostacolando di fatto la piena espressione delle loro potenzialità.
Come gestire allora questa emozione?
Se tuo figlio si vergogna molto spesso e ti sembra in eccessiva difficoltà nelle situazioni espositive o se addirittura in alcune circostanze ti sembra che non agisca o non si esponga per vergogna, chiedi un consulto specialistico per inquadrare meglio la situazione e capire come intervenire.
Se invece la vergogna appare occasionalmente, quello che puoi fare quando accade è sintonizzarti con tuo figlio e stabilire con lui una connessione. La vergogna è un’emozione che ci disconnette ed è questo che, come genitore, dovresti impedire.
Sentirci accolti, benvoluti e capiti è un antidoto potentissimo contro questa emozione che, come abbiamo visto, nasce per ricordarci che abbiamo fatto qualcosa per cui potremmo essere respinti.
A seconda dell’età di tuo figlio, trova un modo per instaurare con lui una vicinanza fisica: se te lo permette abbraccialo e preoccupati di stabilire un contatto oculare.
Il contatto oculare è uno strumento molto potente per entrare in connessione; senza insistenza chiedi a tuo figlio di raccontarti ciò di cui si vergogna e, nei limiti del possibile, fai in modo che non rinunci a confrontarsi con le situazioni per non sentirsi inadeguato o incapace.
Tornerò presto a parlarti della vergogna perchè gli aspetti da approfondire sono tanti; nel frattempo spero che questo articolo ti sia piaciuto e se pensi possa essere utile a qualcuno che conosci ti chiedo di condividerlo.
Articoli correlati
Sei principi del pessimismo romantico illuminato per cambiare prospettiva sulla tua storia d’amore
Le storie d’amore sono tutte diverse e si reggono su equilibri delicati e unici....
Ero un genitore limitato dagli attacchi di panico. Quello che avrei voluto sentirmi dire.
Oggi ho scelto di dare voce a una mia paziente, che ha da poco concluso...