
Genitori si nasce o si diventa?
Prima di rispondere a questa domanda prenditi qualche minuto di tempo per leggere le riflessioni che seguono.
Una delle caratteristiche che ci contraddistingue come esseri umani è la nostra capacità di prenderci cura della prole. Tra gli esseri viventi siamo quelli che accudiscono per il maggior numero di anni i loro piccoli fornendogli un grandissimo vantaggio evolutivo.
Gli uomini, infatti, sono gli esseri viventi con la maggiore variabilità in termini di abilità, capacità, attitudini e questo è frutto anche del tempo e delle attenzioni forniti dalle cure parentali.
Solo l’uomo, peraltro, ha strutturato nel tempo accanto alla coppia genitoriale altre figure di accudimento stabili come i nonni.
Insomma accudire, allevare e crescere figli è una specialità della specie umana.
Allo stesso tempo negli ultimi trent’anni fare i genitori sta diventando un compito sempre più impegnativo non solo fisicamente ma anche emotivamente. Padri e madri sperimentano molto frequentemente un senso di inefficacia e a volte di impotenza nell’affrontare le problematiche che riguardano la crescita dei figli.
Aumentano i corsi di parent training e le richieste di consulenza.
Gli specialisti (pediatri, neuropsichiatri, psicologi dell’età evolutiva) vengono consultati sempre più spesso per ottenere rassicurazioni o indicazioni di comportamento e sempre meno per problematiche specifiche.
Torno a chiederti allora, genitori si nasce o si diventa?
Secondo la psicologa Alison Gopnick essere genitori è una cosa naturale: si impara e si migliora con la pratica.
Le difficoltà in cui spesso padri e madri si trovano derivano dall’esserci dimenticati di questa verità millenaria e dall’aver trasformato una pratica basata sull’esperienza in una basata sulla competenza.
Abbiamo applicato le regole del lavoro, dice la Gopnik, alla crescita dei figli, trasformando una funzione naturale come quella genitoriale in un mestiere.
Se fare i genitori è un mestiere allora i figli sono la nostra prestazione e il modo in cui crescono, i traguardi che raggiungono, quello che imparano non sono tanto aspetti legati al loro benessere ma piuttosto diventano la misura del nostro valore.
Si spiegherebbe così, secondo la psicologa americana, la continua ricerca da parte dei genitori di indicazioni e formule per fare la cosa giusta e la conseguente ansia e preoccupazione di fallire e di sbagliare con i propri figli.
L’unica vera regola per il successo evolutivo, secondo la Gopnick, consiste nel garantire sostegno e affetto e promuovere in ogni figlio il naturale istinto di curiosità e di esplorazione in modo che ciascuno possa sviluppare le proprie potenzialità e la propria individualità.
Secondo questo punto di vista genitori si nasce e focalizzarti troppo sulla ricerca di un metodo educativo di successo potrebbe distoglierti dal tuo compito principale che è quello di sostenere, amare e favorire lo sviluppo di tuo figlio, comportamenti questi inscritti nel tuo DNA che da soli hanno garantito e garantiscono la prosecuzione della specie.
Permettimi però a questo punto di farti un’altra domanda: siamo capaci di utilizzare tutte le competenze e capacità per cui siamo stati “programmati” da madre natura?
Come essere umani per esempio siamo “programmati” per sopportare il disagio e la fatica, per differire le gratificazioni e mantenere l’attenzione per lunghi periodi. Queste capacità inscritte nel nostro DNA ci hanno consentito milioni di anni fa di non estinguerci, di sviluppare l’area frontale del cervello e di affermarci sulla terra come la forma di vita più intelligente finora conosciuta.
Oggi, tuttavia, abbiamo livelli di attenzione bassissimi, il disagio è qualcosa che abbiamo cercato in tutti i modi di evitare e ricerchiamo continuamente gratificazioni a breve termine.
Ti parlo di queste competenze di base perché sono legate più di quanto pensi alla capacità di fornire sostegno e supporto ai tuoi figli.
Prova a chiederti:
Sono capace di tollerare la frustrazione e il disagio quando vedo mio figlio in difficoltà oppure nell’immaginare la sua sofferenza l’ansia e la paura diventano ingestibili?
Sono capace di gestire la rabbia e la delusione di mio figlio quando non gli concedo ciò che vuole oppure ingaggio con lui estenuanti prediche per convincerlo della bontà e utilità delle mie decisioni?
Sono paziente abbastanza per vedere mio figlio sbagliare e rimanere ad osservarlo senza intervenire oppure faccio in modo di prevenire ogni suo errore?
Sono certa che pensando al rapporto con i tuoi figli avrai incontrato anche tu qualche volta le difficoltà descritte in queste domande.
Devi sapere allora che queste difficoltà sono legate a capacità e competenze come la resilienza, l’empatia, l’equilibrio emotivo; sono capacità per cui siamo stati “programmati” eppure a volte il software di cui disponiamo ha bisogno di un aggiornamento per funzionare al meglio.
Per cui la mia risposta alla domanda iniziale è che si, genitori si nasce e tu puoi stare tranquillo perchè hai tutto quello che serve per crescere al meglio tuo figlio; allo stesso tempo non devi meravigliarti se a volte dovrai allenarti per tornare a essere ciò per cui sei nato, sviluppando e potenziando le risorse di cui disponi.
Nella maggior parte dei casi l’esperienza sarà la tua insegnante e maggior alleata, ma se in alcuni casi sentissi il bisogno di un aiuto per superare una difficoltà con tuo figlio, fai in modo che diventi un’occasione per potenziare le tue capacità e sentirti più efficace.
Mi auguro di averti dato una nuova chiave di lettura su questo tema e se credi che il contenuto di quest’articolo possa essere di aiuto a qualcuno che conosci ti chiedo di condividerlo.
Se invece senti di aver bisogno di un supporto per potenziare le tue competenze genitoriali, contattami e sarò felice di lavorare con te.
Per approfondire:
Alison Gopnik, 2016 Essere genitori non è un mestiere Cosa dice la scienza sulle relazioni tra genitori e figli. Bollati Boringhieri, Torino.
D.J. Siegel, T.P. Bryson 2012 Dodici strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Raffaello Cortina Editore, Milano.
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