
IMPARARE A IMPARARE: TRE COSE DA SAPERE PER FACILITARE L’APPRENDIMENTO DI TUO FIGLIO
Negli ultimi anni le ricerche nell’ambito delle neuroscienze hanno evidenziato il ruolo significativo delle emozioni nei processi di apprendimento; in particolare sembrerebbe che funzioni cognitive come memoria, comprensione, attenzione siano profondamente influenzate dalle emozioni e sensazioni che proviamo e quindi dal modo in cui apprendiamo.
In questo articolo voglio indicarti tre aspetti su cui riflettere che possono aiutarti a sostenere tuo figlio mentre impara e, soprattutto, possono evitarti alcuni errori molto frequenti.
La prima cosa da sapere è che quando impariamo non acquisiamo soltanto un contenuto ma facciamo un’esperienza: nella nostra memoria pertanto vengono immagazzinate non solo le informazioni studiate ma anche le emozioni sperimentate.
Il fatto che le emozioni accompagnino i processi di pensiero ha un importante risvolto dal punto di vista comportamentale: tutti noi infatti siamo portati a ricercare le cose piacevoli e a evitare ciò che ci crea fastidio o angoscia.
In questo senso, creare esperienze di apprendimento soddisfacenti, cioè associate a emozioni positive, significa aumentare di molto le probabilità che tuo figlio viva in modo gioioso la possibilità di imparare e ricerchi attivamente questa esperienza. Al contrario è stato dimostrato che le emozioni di alert come la paura, la vergogna e il senso di colpa, creando dei cortocircuiti che interferiscono con l’apprendimento provocano un senso di rifiuto nei bambini e inibiscono le loro risorse personali.
Creare situazioni di apprendimento positive, tuttavia, diversamente da quanto siamo pensati a credere non significa eliminare lo sforzo o la fatica dall’esperienza quanto piuttosto costruire quel livello di sfida ottimale che la psicologa Susan Harter considera essenziale per stimolare la voglia di imparare nei bambini e nei ragazzi.
Tuo figlio dovrebbe affrontare difficoltà che siano commisurate alle sue capacità per evitare che compiti troppo facili siano percepiti come noiosi o, al contrario, prove difficili siano vissute come demotivanti o scoraggianti.
Cosa puoi fare tu come genitore da questo punto di vista? Un primo passo è quello di imparare a calibrare l’aiuto che offri, distinguendo le situazioni in cui devi solo osservare, quelle in cui devi fornire delle facilitazioni e quelle in cui è giusto intervenire concretamente per un supporto.
Osservati per capire se sei capace di modulare i tuoi interventi e le tue emozioni: alcuni entrano in ansia di fronte alle difficoltà dei propri figli (spesso rivedendo le proprie), altri si mostrano impazienti o infastiditi per incapacità che non accettano, altri ancora non riescono a individuare differenze tra le diverse situazioni. In generale sii paziente e ricordati che l’incoraggiamento e la fiducia sono più potenti di minacce e punizioni.
Infine ultimo e forse più importante aspetto da considerare è il fatto che le emozioni positive si alimentano in modo virtuoso attraverso il senso di competenza.
Il sentirsi capaci è un interruttore potentissimo della motivazione che spinge a esplorare il nuovo, a impegnarsi sempre di più e a progredire nell’apprendimento. Aiutare tuo figlio a sentirsi capace è pertanto uno degli obiettivi a cui puntare nell’apprendimento. In questo senso confidare nella possibilità di imparare e migliorarsi sempre, anche quando i risultati sembrano non arrivare, è l’atteggiamento mentale che riesce a fare la differenza. Ricordati di applicare questa forma mentis anche a te stesso perché spesso i bambini imitano i loro genitori o le figure significative da cui, è dimostrato, apprendono non solo i comportamenti ma anche stati animo e atteggiamenti.
Spero che questo articolo ti sia stato utile e se pensi possa interessare a qualcuno che conosci ti chiedo di condividerlo.
Se hai bisogno di una consulenza per sentirti più efficace nel supportare tuo figlio contattami e sarò felice di aiutarti.
Per approfondire:
Lucangeli, D. ( 2019). Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere. Erickson, Trento
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