
La tua storia di figlio influenza il tuo modo di essere genitore? Tre cose da sapere
Non tutti i figli diventano genitori ma tutti i genitori sono stati figli. Questa, come molte altre verità che abbiamo sotto gli occhi, è una di quelle su cui non riflettiamo abbastanza.
Ogni figlio quando viene chiamato a essere genitore per via biologica o adottiva ha un proprio modello dell’esperienza genitoriale, che si basa su ciò che ha vissuto nella propria famiglia. Non è detto che si tratti di un modello considerato positivo o accettato ma, nel bene o nel male, è qualcosa che fa parte delle esperienze significative con cui è necessario confrontarsi.
Oggi il mio obiettivo è quello di farti riflettere sulla necessità di fare i conti con la tua storia di figlio per poter scegliere liberamente la storia che scriverai come genitore.
Per prima cosa è importante comprendere quanto il tuo modo di essere genitore è frutto di una scelta e quanto deriva invece da automatismi che hai appreso per imitazione o da condizionamenti più profondi legati alle esperienze che hai vissuto.
Come ogni essere umano anche tu apprendi e hai appreso molti comportamenti e modalità relazionali per imitazione.
Le ricerche suggeriscono che imitiamo di più le persone che ci sono vicine, le persone che percepiamo avere potere e le maggioranze a cui aspiriamo appartenere. Capirai bene quindi come i bambini siano particolarmente sensibili alle influenze dei genitori, che rappresentano persone a loro particolarmente vicine e dotate, ai loro occhi, di un grande potere.
Anche tu avrai imparato per imitazione molte cose, alcune utili e funzionali altre che forse lo sono meno.
Tra gli apprendimenti disfunzionali un posto particolare meritano alcuni automatismi non verbali e paraverbali come toni di voce, espressioni del viso, posture, gesti, che abbiamo appreso dalle figure genitoriali e che agiamo sotto la soglia della consapevolezza.
Può essere che la voce stridula di tua madre ti dia un fastidio fisico ma nonostante ciò anche tu ti ritrovi a fare la predica a tuo figlio utilizzando lo stesso tono; è possibile che la faccia severa con cui tuo padre ti guardava ti abbia fatto innervosire mille volte da adolescente ma ora utilizzi la stessa mimica facciale con il tuo bambino; potresti trovarti a dare a tuo figlio quei teneri scappellotti sul collo che tentavi sempre di evitare quando eri piccino. Riflettici un attimo: in questi casi hai automatizzato per imitazione una serie di comportamenti che agisci senza scegliere e che, probabilmente, non ti piacciono.
In questi casi familiarizza con la sensazione di disagio, irritazione, rabbia, o tristezza che questi comportamenti ti provocavano e usa queste sensazioni come motore per distanziartene. Più ricorderai l’emozione e il fastidio più è probabile che l’avversione provata ti aiuterà a disinnescare il comportamento appreso.
Devi sapere, tuttavia, che fare i conti con la propria storia non significa solo eliminare quei comportamenti appresi che non ci appartengono ma soprattutto riflettere sulla posizione che, come figli ,abbiamo rispetto al “lavoro” fatto dai nostri genitori. Questa è senza ombra di dubbio la seconda cosa che devi fare.
Prova a chiederti: cosa penso del modello educativo che ho ricevuto? Lo considero valido? Ho provato a riprodurlo con mio figlio o me ne sono voluto distanziare? Perché?
Rispondere a queste domande in modo autentico ti darà molti spunti su cui riflettere.
Il passo successivo può essere quello di concentrarti in modo più approfondito sui criteri e sui parametri che stai utilizzando per valutare l’educazione che hai ricevuto.
Su cosa baso il mio giudizio? Su quello che sono diventato? Sulle difficoltà che ho incontrato? Sui risultati che ho ottenuto? Su quanto i miei genitori mi hanno aiutato o ostacolato? Su come mi sono sentito?
Focalizzare ciò che per te è importante può farti capire cosa stai prediligendo nell’educazione di tuo figlio (risultati, supporto e sostegno, emozioni) ma soprattutto può aiutarti a comprendere se le scelte che fai oggi si basano sui bisogni e le caratteristiche di tuo figlio o se alcune di esse sono prese guardando al bambino che eri.
Qualche esempio ti illustrerà meglio cosa intendo. Quando scegli di essere permissivo con il tuo bimbo o il tuo ragazzo perché hai sofferto per una educazione fatta solo di regole e limiti, stai considerando ciò di cui ha bisogno tuo figlio o ciò di cui tu avresti avuto bisogno?
Quando sei inflessibile nell’imporre a tuo figlio regole ferree nello studio o nello sport perché ritieni che siano state queste regole che hanno fatto di te un bravo studente o un eccellente sportivo, sei sicuro che stai considerando le caratteristiche di tuo figlio e la sua indole o stai parlando ad un altro te stesso? Nello scegliere cosa è importante per tuo figlio stai considerando i suoi bisogni, il suo temperamento, le sue necessità o le tue?
Fare i conti con la tua storia significa fare pace con il bambino che sei stato e avere chiaro che tuo figlio, per quanto ti assomigli e per quanto tu lo senta simile a te, è un’altra persona. I punti che hai segnato o perso nella tua vita da figlio sono archiviati, la partita inizia daccapo ed è questo che ti rende davvero libero.
Libero di sperimentare, di essere flessibile, di scegliere per lui ciò che vedi funzionare e di abbandonare senza rimpianti ciò che non è efficace.
Ispirati pure a dei modelli che hai vissuto nel passato ma considera sempre le condizioni del presente.
Permettimi ora di lasciarti con un’ultima ma importante riflessione: qualunque sia il giudizio sui tuoi genitori, probabilmente hanno fatto il meglio che potevano seguendo quello che credevano giusto e forse imitando quello che i loro genitori hanno fatto loro. Perdonali, ringraziali e vai avanti.
Scrivi la tua storia avendo come obiettivo non di assomigliargli né di essere diverso ma semplicemente di “costruire” te stesso; solo così potrai diventare per tuo figlio proprio quel genitore di cui lui ha bisogno.
Spero che questo articolo ti sia stato utile e, se pensi possa essere di aiuto a qualcuno che conosci, ti chiedo di condividerlo.
Se invece vuoi un aiuto per sbloccare tentate soluzioni disfunzionali che pensi derivino dalla tua storia familiare, chiamami e sarò felice di aiutarti.
PER APPROFONDIRE
Mazzucchelli, L., (2019) Fattore1%, piccole abitudini per grandi risultati. Firenze. Giunti Editore
Hartzell, M; Siegel D.,( 2016) Errori da non ripetere. Milano. Raffaello Cortina Editore
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