
Tre cose che forse non sai sulla rabbia
La rabbia è una delle sei emozioni di base che fanno parte del corredo emotivo di ogni essere umano, viene sperimentata in ogni parte del mondo, in ogni fase del ciclo di vita (dall’infanzia alla vecchiaia) e si contraddistingue per indicatori non verbali che la rendono riconoscibile su ogni volto umano. Per dirla in modo più semplice: tutti su questa terra proviamo rabbia e sebbene ciascuno di noi la esprima con livelli di intensità diversa, siamo generalmente in grado di riconoscerne i segni nell’altro.
Il fatto che la rabbia faccia parte delle sei emozioni universali ci fornisce un’informazione fondamentale: la sua comparsa è stata funzionale alla sopravvivenza dell’essere umano.
La rabbia è legata, infatti, al tema dell’interferenza: è un’emozione che nasce quando qualcosa o qualcuno interferisce con ciò che vogliamo fare o con ciò che ci aspettiamo. Possiamo quindi provare rabbia se il computer si blocca mentre stiamo lavorando, se qualcuno per strada ci passa davanti al semaforo, se ciò che avevamo programmato salta per un imprevisto, se siamo costretti a fare qualcosa che non ci piace, gli esempi possono essere infiniti.
Di fronte all’interferenza che non ci permette di raggiungere ciò che vogliamo, l’organismo si attiva, si carica di un surplus di energia che, in un’ottica evolutiva, dovrebbe essere utilizzata come forza ulteriore a nostra disposizione per raggiungere i nostri obiettivi.
Oggi però non siamo più nel Paleolitico e la maggior parte delle interferenze che incontriamo non sono ostacoli di carattere materiale (un albero caduto che ci impedisce di proseguire, una preda che corre troppo veloce, un nostro simile che ci ruba il cibo) quanto piuttosto impedimenti ai nostri piani, programmi o desideri, per cui l’attivazione provocata dalla rabbia non sempre ci è di aiuto e anzi rischia di stancarci mentalmente e toglierci lucidità.
Ciò nonostante anche oggi la rabbia ha una sua specifica utilità soprattutto quando diventa molto presente nella nostra vita.
La prima cosa che devi sapere se ti capita di sperimentare spesso questa emozione è che la rabbia porta con sé un messaggio che non puoi ignorare: la tua vita non va come vorresti, quello che hai o quello che fai non è in linea con ciò che desideri. Prendere coscienza di ciò è molto importante perché spesso proviamo rabbia e scattiamo per minime cose ma in realtà quello che abbiamo è un senso di insoddisfazione costante che fa da sottofondo alla nostra vita. È utile in questi casi fermarsi un attimo e capire cosa c’è che non va e soprattutto fare qualcosa per cambiare la situazione. Ricordati che c’è sempre qualcosa da fare: anche quando non possiamo cambiare gli eventi possiamo lavorare per cambiare il nostro atteggiamento e questo ci farà stare meglio fisicamente ed emotivamente.
Le persone che provano molta rabbia spesso non riescono a esprimere i propri bisogni o desideri, per timidezza o per paura del giudizio, e finiscono per essere troppo accondiscendenti con gli altri. Questo comportamento di eccessiva abnegazione però protratto nel tempo può rendere molto rancorosi e pieni di risentimento e contribuisce a far sentire, chi lo mette in pratica, incompreso dal mondo e vittima di ingiustizia.
La seconda cosa che forse non sai è che la rabbia può essere il riflesso di un’emozione più profonda che non riusciamo a esprimere, come la paura o più spesso il dolore. In questi casi la rabbia può rappresentare un’emozione di copertura che fintanto che è presente ci impedisce di risolvere un disagio emotivo sottostante. In caso di lutto, separazione, abbandono ma anche catastrofi naturali o incidenti spesso le persone provano rabbia per lungo tempo e questo gli impedisce di accedere al dolore, elaborarlo e farlo decantare. In questi casi lavorare sulla rabbia è fondamentale per evitare che la persona rimanga intrappolata nel malessere e non riesca a tornare a una vita soddisfacente.
Imparare a gestire la rabbia è, tra le competenze emotive, una delle più importanti. Questa emozione, infatti, se protratta nel tempo, è in grado di alterare i parametri fisiologici e può portare a conseguenze fisiche anche piuttosto serie, che rischiano di compromettere lo stato di salute.
Sicuramente sai che sfogare la rabbia non serve e anzi in alcuni casi contribuisce addirittura a mantenere il corpo in uno stato di attivazione che risulta dannoso. D’altra parte studi dimostrano che anche la repressione della rabbia porta con sé numerosi svantaggi, poiché la persona implode internamente e spesso finisce per somatizzare il disagio che non riesce a esprimere. Problemi all’apparato gastrointestinale e tensioni muscolari a carico di nuca, collo e spalle sono alcuni tra i problemi più frequenti della rabbia repressa.
Se non è salutare né sfogarsi né tenere tutto dentro, come bisogna comportarsi per fronteggiare questa emozione?
La terza cosa da sapere è che il modo più efficace per gestire la rabbia è incanalare la sua forza, farla defluire fino a che il suo potenziale distruttivo perde di potenza. Un utile strumento in questo senso è rappresentato dalla scrittura, effettuata secondo alcune regole di base.
Quello che puoi fare quando ti senti pieno di rabbia è scrivere delle lettere indirizzate all’oggetto della tua rabbia: non deve necessariamente essere una persona, puoi indirizzarle anche alla vita, al destino o a te stesso. L’indicazione è quella di scrivere di getto tutto quello che ti viene in mente senza prestare attenzione alla forma ed evitando di rileggere quanto scritto. Quando ti accorgerai che la rabbia comincia a scemare o che ti senti meno “carico”, smetti di scrivere, chiudi le lettere e riponile in un posto segreto.
Se riuscirai a fare questo esercizio con costanza e per un periodo di tempo significativo (uno o due mesi) otterrai dei benefici notevoli. La scrittura infatti, a differenza dello sfogo verbale, permette all’emozione di defluire e fissarsi sulla carta, lasciando la nostra mente più libera. A ciò si aggiunge l’effetto ristrutturante che i nostri pensieri subiscono quando vengono messi nero su bianco: la nostra percezione e le nostre credenze pian piano si modificano e riusciamo a vedere fatti e persone sotto una luce nuova.
Quando le tue sessioni di scrittura saranno terminate ti consiglio di distruggere tutte le lettere nel modo che preferisci (bruciale, strappale, buttale in un posto per te significativo), in questo modo compirai un atto finale dal significato liberatorio.
Spero che alla fine di questo articolo tu abbia imparato qualcosa in più sulla rabbia e su come gestirla. Voglio che tu sappia però che, in molti casi, riuscire a fronteggiare un’emozione che ha preso il sopravvento può essere difficile senza l’aiuto di una persona esperta che sappia guidarti.
Se pertanto ti accorgi che la rabbia è diventata un’emozione troppo presente nella tua vita o che hai dei momenti in cui, nonostante i tuoi sforzi, non riesci a controllarla, chiedi aiuto. Se vuoi puoi contattarmi e lavoreremo insieme per ristabilire il tuo benessere emotivo.
Per approfondire
Thich Nhat Hanh, 2002 Spegni il fuoco della rabbia. Milano, Oscar Mondadori.
Ekman, P., 2003 Te lo leggo in faccia. Torino, Amrita.
Travis, C., 1989 Anger. The misunderstood emotion, Touchstone Books.
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