
Tuo figlio è introverso? Tre cose che devi assolutamente sapere
Introversione ed estroversione sono due caratteristiche psicologiche che denotano un modo diverso di percepire e vivere la realtà.
Estroversi ed introversi arricchiscono il mondo con il loro modo differente di affrontare la vita, di relazionarsi con gli altri, di pensare e di agire.
Ciò nonostante non sempre queste due inclinazioni sono sufficientemente comprese e non è infrequente, soprattutto quando si tratta dei bambini, attribuire ad alcuni comportamenti, soprattutto di matrice introversa, una valenza negativa.
Oggi pertanto voglio spiegarti tre cose sull’introversione che ti aiuteranno ad ampliare le tue conoscenze e ad avere qualche informazione in più per rispondere ai bisogni di tuo figlio. Ricordati ovviamente che le riflessioni che seguono hanno un carattere generale e che l’introversione, come molte altre caratteristiche, può esprimersi a diversi livelli di intensità e presentare un margine di grande variabilità nei comportamenti.
La prima cosa da sapere è che, dal punto di vista neurofisiologico, introversi ed estroversi funzionano diversamente.
Studi recenti sembrano suggerire che introversi ed estroversi consumino quantità differenti di energia in virtù di una diversa conformazione celebrale. In particolare la corteccia prefrontale degli introversi appare più vascolarizzata (il sangue segue percorsi più lunghi) e caratterizzata da una maggiore attività elettrica.
Proprio in virtù di questa “fiorente” attività elettrica interna che li caratterizza, gli introversi si irritano e soffrono in presenza di un eccesso di stimoli esterni, cosa che non succede agli estroversi per i quali invece stare troppo a lungo in ambienti silenziosi o privi di stimoli è una tortura che li fa diventare irrequieti e annoiati.
Nel suo libro “Introversi e Felici” Sylvia Lohken spiega bene questo concetto ricorrendo ad un’immagine: una persona estroversa è come una pala eolica, per funzionare ha bisogno di una forza esterna e di movimento continuo l; un introverso, al contrario, è più come una batteria, per ricaricarsi ha bisogno di stare fermo e possibilmente di non essere impegnato in altre attività.
Le differenze tuttavia non finiscono qui: introversi ed estroversi sembrano avere nel sistema nervoso concentrazioni diverse di specifici neurotrasmettitori, nei primi sembra prevalere l’ acetilcolina (responsabile della concentrazione, della memoria, dell’apprendimento), mentre nei secondi la dopamina (che regola il movimento, la curiosità, il controllo del piacere).
Queste differenze sembrano essere alla base di una maggiore predisposizione degli estroversi all’euforia, alla gioia, all’eccitazione, all’esuberanza e una preferenza, invece, degli introversi per l’ascolto, la riflessione e per un’espressione meno intensa delle proprie emozioni.
Queste differenze basate su dati biologici non vogliono certo significare che i comportamenti di estroversi e introversi siano rigidamente determinati ma semplicemente che, funzionare diversamente vuol dire anche avere esigenze e bisogni differenti.
I bambini introversi, infatti, hanno esigenze e bisogni che spesso non sono adeguatamente compresi. Vediamone alcuni.
Lo spazio, per esempio, è un aspetto a cui devi prestare attenzione.
I bambini introversi hanno un gran bisogno di aree esclusive, dove possono stare da soli e appartarsi, angoli dove ricaricarsi senza essere disturbati. Soprattutto se in casa ci sono altri fratellini e non è possibile per tuo figlio avere una stanza tutta per sé, ricavargli uno spazio anche piccolo ma tutto per lui è un’ottima idea.
Può capitare che tuo figlio ogni tanto tenda a rimanere in disparte anche mentre è in mezzo a tanta gente (a scuola, alle feste, in riunioni familiari), impara a considerare questo comportamento come un bisogno e, a meno che non lo porti ad isolarsi dagli altri e ad avere difficoltà di socializzazione, concediglielo.
Il bisogno di spazio è collegato anche alla distanza fisica; la vicinanza che un bambino introverso è disposto a tollerare potrebbe essere diversa da quella che immagini: non mostrarti dispiaciuto se dopo un po’ di coccole si ritrae o se si avvicina alle persone meno di degli altri bambini.
Tuo figlio inoltre potrebbe essere particolarmente insofferente alle urla e ai rumori forti: ricordatelo e assicurati che durante la giornata possa godere ogni tanto del silenzio.
Tieni conto anche che un bimbo introverso vive il tempo in modo diverso da un estroverso: per quest’ultimo generalmente le giornate sono contenitori da riempire di mille cose e se inserisci nella sua routine tante attività te ne sarà grato; se questa modalità viene applicata anche ad un bambino introverso le conseguenze potrebbero essere diverse: potresti stancarlo inutilmente e ridurre la sua capacità di imparare e godere delle cose. Per un introverso è importante che le attività più stimolanti e che comportano movimento o interazione siano seguite da momenti meno frenetici e più rilassati: se tuo figlio fa sport o esce per svolgere delle attività che prevedono la presenza di altre persone, assicurati che nel resto della giornata abbia tempo e spazio per recuperare, magari leggendo un libro, svolgendo in tranquillità i compiti a casa o passando del tempo con il suo amichetto preferito.
Un ultima riflessione riguarda il mondo delle relazioni: gli introversi prediligono rapporti a due o in piccoli gruppi nei quali si sentono a proprio agio e danno il meglio di loro stessi. Giochi e attività con cinque, sei amichetti potrebbero risultare per lui più attraenti di feste con venti o trenta bambini. Ovviamente non si tratta di una regola generale ma non ti servirà molto per capire quali sono le esigenze di tuo figlio per imparare a tenerne conto!
Se pensi che le cose che ti ho descritto fin qui siano delle limitazioni alla vita del tuo bambino è perché non ci si sofferma abbastanza sul fatto che molte caratteristiche degli introversi costituiscono dei punti di forza che, se riconosciuti e valorizzati, possono consentire di ottenere ottimi risultati nella vita e diventare la base per lo sviluppo di una solida autostima.
Gli introversi generalmente sono ottimi ascoltatori, ottimi osservatori, la loro prudenza li porta a elaborare in modo approfondito le informazioni e pur non parlando tanto, di solito forniscono sempre spunti interessanti e punti di vista di spessore.
Hanno di solito facilità di concentrazione e questo li porta a riuscire a dedicarsi con impegno agli obiettivi che si prefiggono.
Amano stare da soli e tendenzialmente sono autonomi ed indipendenti. Riescono meglio nelle comunicazioni scritte dove hanno tempo per riflettere e organizzare i loro pensieri.
In realtà potrei continuare elencandoti molte altre caratteristiche positive ma se hai un figlio introverso forse le conosci già.
Voglio lasciarti allora sottolineando che, quello che fa la differenza e permette ai bambini di fiorire, è assecondare, quando possibile, le loro esigenze e soprattutto riconoscere e valorizzare le loro diversità affinché sentano di potersi esprimere liberamente e sviluppino fiducia in se stessi.
Per approfondire
Lohken, S. (2019). Introversi e felici. Trovare nel silenzio la propria arma segreta. Giunti.
Cain, S. (2013) Quiet: il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare. Bompiani
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