
Tuo figlio ha una buona autostima? Tre cose da sapere per poter rispondere
Molti genitori arrivano in studio portando come problema la bassa autostima dei figli e mi chiedono se sia possibile intervenire su questo.
In questo articolo voglio fare un po’ di chiarezza, spiegandoti in maniera molto semplice cosa è l’autostima, quali sono i pilastri su cui si fonda e cosa puoi fare tu per sostenere quella di tuo figlio.
La prima cosa da sapere è che l’autostima indica il valore che ciascuno di noi attribuisce a se stesso: è come se fosse un voto che ci assegniamo per tutto quello che siamo.
Ma in base a cosa esprimiamo questo giudizio su noi stessi?
I fattori sono tanti: alcuni innati altri appresi, alcuni individuali altri dipendenti dal contesto e, sebbene non ci sia un completo accordo tra gli studiosi su come si sviluppi l’autostima, è possibile identificare alcuni elementi che sembrano avere un peso determinante nella sua formazione e su cui è possibile intervenire.
Uno dei più importanti e di cui voglio parlarti oggi è l’autoefficacia.
L’autoefficacia non è altro che la convinzione di sentirsi capace di raggiungere un dato obiettivo, di svolgere uno specifico compito o di gestire particolari situazioni o emozioni.
A differenza dell’autostima, che è un concetto generale, l’autoefficacia riguarda aree specifiche su cui è più facile intervenire
Ma qual è il rapporto tra autostima e autoefficacia e perché quest’ultima è così importante?
Devi sapere che la sensazione di sentirsi capaci è uno degli ingredienti fondamentali per lo sviluppo di una buona autostima.
Per i bambini, in particolare, ci sono alcune aree di autoefficacia che sono direttamente collegate allo sviluppo dell’autostima.
Gli ambiti principali a cui devi prestare attenzione sono quattro: 1) rapporto con i genitori, 2) rapporto con gli amici, 3) rapporto con il proprio corpo, 4) risultati scolastici.
Nel rapporto con i genitori e con gli adulti in generale, un bambino si sente autoefficace quando riesce a esprimere i propri bisogni, a chiedere aiuto e contemporaneamente sviluppa un livello di autonomia in linea con la sua età.
Se vuoi favorire il senso di capacità di tuo figlio in quest’ambito è importante che tu sia capace di dare limiti e regole chiari e di farli rispettare.
Per ottenere ciò è importante curare la comunicazione e creare una relazione caratterizzata da rispetto, affetto e fiducia.
Puoi accorgerti che ci sono difficoltà in questa area quando tuo figlio nel rapporto con te e, a volte anche con altre figure adulte, non sa modulare i suoi comportamenti (è oppositivo, provocatorio), le sue emozioni (ha scatti di ira, o ti sembra inibito) o non dimostra un livello di autonomia in linea con la sua età.
Nel rapporto con gli amici , per sentirsi capace un bambino deve poter creare delle relazioni soddisfacenti in cui si sente accettato e in cui può esprimere se stesso. È importante pertanto favorire la socializzazione sia in ambito scolastico che extrascolastico, creando occasioni di incontro, soprattutto per quei bambini che hanno un temperamento più introverso.
Puoi accorgerti che ci sono problemi in questa area se tuo figlio dimostra difficoltà ad entrare in relazione, se non riesce ad integrarsi nel gruppo dei coetanei, se viene cercato poco dai compagni, o se predilige l’interazione con gli adulti.
E veniamo ora al rapporto con il proprio corpo, che è un fattore spesso poco curato e a cui non si presta la dovuta attenzione. L’immagine corporea è un aspetto fondamentale del sé e, spesso, sentirsi inadeguati o incapaci di utilizzare il proprio corpo (goffi, maldestri) è un fattore di vulnerabilità.
È importante, pertanto, curare sin dalla tenera età l’alimentazione dei propri figli in modo da mantenerli normopeso e in salute. Sento molti genitori dire “poi dimagrirà con lo sviluppo”, ma questo è un grande errore perché il sovrappeso oltre a nuocere a livello fisico contribuisce a creare un’immagine di inadeguatezza che i bambini fanno difficoltà ad abbandonare.
Per favorire lo sviluppo di una buona immagine corporea lo sport può essere di grande aiuto, perché favorisce il senso di capacità e di competenza oltre ad essere un allenamento alla fatica e alla perseveranza.
Spesso è difficile riconoscere precocemente i disagi nell’area dell’immagine corporea per cui la migliore cosa che puoi fare è eliminare i fattori di rischio, facendo fare sport a tuo figlio da due a tre volte a settimana e prestando attenzione al suo peso corporeo.
Ho lasciato per ultimi i risultati scolastici perché meritano il giusto approfondimento.
La scuola è uno dei primi ambiti in cui i bambini vengono valutati su una prestazione.
Sentirsi capaci di affrontare i compiti e le attività che vengono loro proposti influenza positivamente l’impegno, il rendimento e la soddisfazione personale.
Con questo non voglio dire che tuo figlio deve essere il primo della classe ma soltanto che è importante dare il giusto valore a quei compiti quotidiani che rappresentano i suoi primi doveri.
Puoi aiutare tuo figlio sostenendolo all’inizio e poi incentivando progressivamente la sua autonomia.
Puoi accorgerti che ci sono problemi in questa area se tuo figlio mostra difficoltà generalizzate, se comincia a sviluppare un senso di incapacità verso i compiti o se sviluppa problemi fisici (nausea, mal di pancia) quando deve andare a scuola.
Per finire voglio darti un ultimo suggerimento che puoi mettere in pratica da subito.
Se c’è una verità incontrovertibile sull’autostima è che, quest’ultima, come sostiene lo psicologo Giorno Nardone, non si eredità ma si conquista quotidianamente.
La cosa più importante, pertanto, che puoi fare per tuo figlio è facilitare questo processo quotidiano di conquista.
Quello che ti consiglio di fare è di cominciare con una piccola azione o meglio con una omissione: evita l’aiuto non richiesto.
Lascia che tuo figlio si sperimenti, che sbagli, che si confronti con le difficoltà e che impari che le può superare e che, anche quando non ci riesce, … non è la fine del mondo!
Evita di intervenire perché pensi che lui non sia in grado o perché vuoi evitargli delle sofferenze, offrigli il tuo aiuto solo se è lui a chiederlo.
Se aiuti sempre tuo figlio, lui penserà di non essere in grado e questa credenza non facilita certo lo sviluppo dell’autostima.
Spero che questo articolo ti sia stato utile e, se pensi che possa essere di aiuto a qualcuno che conosci, ti chiedo di condividerlo.
Se invece credi che tuo figlio abbia delle difficoltà e vuoi un consulto, non esitare a contattarmi: puoi inviarmi un sms o scrivermi direttamente dal sito.
Per approfondire
Bujon, S, Einfalt, L. (2014). Educare i bambini e gli adolescenti all’autonomia, per aiutarli a crescere sereni e sicuri di sè. Red Edizioni
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