
Vuoi migliorare il legame con tuo figlio? Il metodo H.E.L.P. può aiutarti.
In questo articolo voglio parlarti del metodo HELP, divenuto famoso negli ultimi anni grazie al best seller “il linguaggio segreto dei bambini” scritto da Tracy Hogg, una consulente di parent training molto famosa in Inghilterra e scomparsa da qualche anno.
L’autrice, nella sua lunga pratica con le famiglie e le scuole, ha individuato dei comportamenti virtuosi che sembra aiutino a creare un buon legame tra genitore e figlio e allo stesso tempo incentivino l’autonomia e l’indipendenza del bambino.
Ho scelto di parlarti di questo metodo perché richiama molti principi e molte indicazioni presenti nei miei articoli e ne rappresenta una buona sintesi.
Sebbene il metodo HELP sia utilizzato con i bambini piccoli (1/3 anni), ritengo che i principi indicati possano essere adattati alle diverse età e, con le dovute differenziazioni, possano costituire una utile check list per verificare in che modo ti rapporti con tuo figlio.
Vediamo ora i 4 punti del metodo:
Hold yourself back ovvero fai un passo indietro
Si tratta di un consiglio applicabile in vari modi ma estremamente valido indipendentemente dall’età.
Stare davanti a propri figli per indicargli la strada è piuttosto comune. Questa abitudine può essere declinata in vari comportamenti, che hanno come obiettivo ridurre le difficoltà e soddisfare i bisogni dei bambini.
Non c’è nulla di male in questo ed anzi direi che è necessario per garantire quel calore e quella protezione che dovrebbe respirarsi in ogni nucleo familiare.
Il problema è quando l’atteggiamento con cui ci relazioniamo è sempre quello del supporto, della cura o della risoluzione dei problemi; in questi casi spesso invadiamo i confini dei nostri figli che non hanno uno spazio, anche piccolo, in cui stare e fare da soli.
Fare un passo indietro vuol dire passare un po’ di tempo nella vita di tuo figlio come semplice osservatore, come colui che guarda senza intervenire e che si concede un po’ di tempo per vedere cosa succede.
Che tuo figlio stia muovendo i primi passi o che si trovi ad affrontare le prime difficoltà scolastiche o i primi tormenti amorosi non cambia: stare a guardare per un po’ dalle retrovie prima di agire può rivelarsi una buona strategia perché comporta un cambio di prospettiva. Da dietro la visuale è più ampia e puoi vedere cose che dalla solita posizione di apripista non riusciresti a scorgere.
Encourage exploration ovvero sprona tuo figlio a esplorare il mondo
L’esplorazione richiama il tema dello “sconosciuto”. Spesso per esplorare è necessario allontanarsi da dove siamo e spingerci in territori nuovi. Mantenere uno spazio di novità e di esplorazione è ciò che ci mantiene vivi anche da adulti e dovremmo coltivare questa abitudine anche nei bambini.
Non stare con il fiato sul collo di tuo figlio. Ricordati che ogni volta che gli permetti di fare qualcosa che non ha mai fatto, di stare dove non è mai stato, di vedere ciò che fino ad oggi non ha mai visto gli consenti di sperimentare emozioni nuove e di costruire nuove conoscenze e abilità.
Per un bambino piccolo quasi tutto è nuovo e ogni giorno è una scoperta, un genitore deve solo facilitare questo processo naturale; quando si cresce è estremamente importante che questa spinta verso il nuovo venga mantenuta. Non è necessario diventare pionieri in chissà quale spedizione basta, per esempio, cercare il contatto con persone, idee, contesti diversi da quelli che frequentiamo abitualmente.
Più versioni di realtà fai conoscere a tuo figlio più è probabile che crescendo sia in grado di gestire quello che la vita gli riserverà.
Limit ovvero poni dei limiti.
Se segui la mia pagina troverai più di un articolo sull’importanza di porre dei limiti e di fornire delle regole ai bambini di ogni età e agli adolescenti. Saperlo fare è un’abilità che si acquisisce e che ha molto a che vedere con la maturità emotiva di un genitore.
Può capitare che dietro a questa incapacità, infatti, ci siano difficoltà dovute a emozioni molto forti come rabbia e paura. Prendere consapevolezza di questo può essere un primo passo per aiutarti ad essere più fermo. Un secondo aiuto può venire dal rispondere a questa domanda: quale è il motivo per cui non riesco a dare o a far rispettare limiti e regole a mio figlio? Poni attenzione a quello che ti racconti, nella tua narrazione potrebbero esserci utili spunti da approfondire.
Praise ovvero loda tuo figlio
Le lodi non sono l’equivalente di baci e carezze (per quest’ultime non ci sono limitazioni né istruzioni da dare) mentre per le lodi è importante avere a mente qualche principio di base.
In primo luogo devono essere vere, cioè sottolineare qualcosa di buono che vostro figlio realmente fatto ha fatto, n secondo luogo devono essere sintetiche, “bravo” “ottimo lavoro” “ben fatto” sono modi semplici ma incisivi per esprimere apprezzamento; infine è necessario che siano accompagnate dal richiamo al comportamento che vostro figlio ha messo in atto e che volete elogiare “Bravo, hai apparecchiato molto bene la tavola”.
Rinforzare i comportamenti positivi di tuo figlio e ogni tanto richiamarli alla memoria, magari anche la sera prima che di addormentarlo, come suggerisce Tracy Hogg, è una buona strategia per imprimere nella sua mente episodi di successo che, come la psicologia ci dimostra, sono uno degli elementi per la costruzione di una buona autostima.
Per approfondire.
Hogg., T. (2002). Il linguaggio segreto dei bambini. Oscar Mondadori.
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