
VUOI SAPERE SE RIUSCIRAI A RISOLVERE I TUOI PROBLEMI CON IL CIBO? FATTI QUESTE TRE DOMANDE
Avere un rapporto difficile con il cibo può voler dire tante cose e, spesso, la difficoltà a dimagrire o al contrario a prendere peso è solo la parte evidente di un disagio molto più complesso.
Capire che tipo di problematica stai affrontando è un passo necessario per definire una strategia di risoluzione efficace.
Oggi voglio suggerirti tre domande che possono esserti di aiuto per riflettere sui tuoi problemi con il cibo: rispondi in modo onesto e avrai degli elementi in più per valutare se puoi affrontare il tuo problema in autonomia o se, invece, hai bisogno di un professionista che ti supporti.
Che tipo di sforzo fai per gestire il tuo problema con il cibo?
Pensa a quanta energia impieghi per gestire il tuo rapporto con il cibo: senti che tutte le tue forze sono impegnate in questo obiettivo o, al contrario, riesci a conciliare questo aspetto con tutti gli altri impegni che la vita ti propone?
Riflettere su quanta energia mentale e fisica richiede la gestione di un problema è una prima cartina tornasole perché ti permette di valutare se la tua vita è fortemente limitata da qualcosa o se invece stai semplicemente facendo i conti con una delle tante difficoltà che la quotidianità ti propone.
Prova a pensare a quanto il cibo è presente nei tuoi pensieri, nelle tue azioni e a quante cose che fai o che eviti di fare sono condizionate dal cibo.
Quante volte hai provato a risolvere il tuo problema con il cibo?
Da quanto tempo convivi con il tuo problema è senza dubbio un buon indicatore per capire la serietà di ciò che stai affrontando anche se, quello che veramente dovresti valutare, non è tanto il tempo trascorso in compagnia della difficoltà quanto piuttosto i tentativi che hai già provato a fare per risolverla.
Numerosi tentativi fallimentari, infatti, sono indice che probabilmente stai sbagliando qualcosa nell’affrontare il problema e che, anche se ti sembra di provare ogni volta strade diverse, forse la direzione che hai intrapreso è sempre la stessa.
Può accadere inoltre che il modo con cui cerchi di risolvere il tuo problema sia legato a come te lo rappresenti e a come lo descrivi. Per questo dopo aver riflettuto sul numero di tentativi che hai fatto, ti consiglio di passare alla domanda successiva.
Sai descrivere come funziona il tuo problema con il cibo?
Se a questa domanda rispondi con frasi tipo “non riesco a seguire una dieta, mi abbuffo di cibo e mi sento in colpa, mi capita di vomitare spesso dopo che ho mangiato oppure penso continuamente al cibo, ho problemi a digerire qualunque cosa” non stai descrivendo il tuo problema.
La descrizione di come funziona il problema presuppone infatti che tu riesca a individuare in modo chiaro quando si presenta, in che circostanze, con che frequenza, se ci sono delle situazioni o comportamenti che fungono da stimolo, etc.
Riuscire ad effettuare una descrizione operativa del tuo problema è un primo passo per poter impostare una strategia di risoluzione. Per esperienza ti dico che spesso nei problemi alimentari capita che la persona che ne soffre si faccia tante domande sul perché sta vivendo la difficoltà senza che però questo interrogarsi la porti a identificare soluzioni efficaci per uscire dal problema.
C’è un altro aspetto poi che voglio evidenziarti, che non sempre è tenuto in considerazione: ci sono molte patologie che sono legate al cibo (diabete, celiachia, allergie alimentari)che impongono alle persone di seguire regimi alimentari controllati e che possono portare a sviluppare disagi psicologici. In questi casi liberarsi dal problema alimentare non vuol dire ovviamente guarire dalla patologia sottostante ma gestirne le conseguenze in modo che non impattino sul benessere della persona.
Se leggendo questo articolo ti sei reso conto che il tuo rapporto con il cibo è problematico, voglio darti tre buone ragioni per risolverlo definitivamente, facendoti aiutare, se necessario, da un professionista.
In primo luogo il cibo è un aspetto centrale dell’esistenza, non a caso ci accompagna dal primo giorno che veniamo al mondo sino alla nostra morte, questo vuol dire che pur volendo non possiamo farne a meno; se sei un genitore, inoltre, il tuo modo di gestire l’alimentazione avrà un impatto anche sui tuoi figli, che molto probabilmente saranno influenzati dal tuo comportamento. Non sottovalutare questo aspetto: aiutando te stesso fornisci a loro un modello migliore.
Un altro aspetto su cui ti invito a riflettere è che, sebbene il cibo sia fondamentale per la nostra sopravvivenza fisica, non serve solo al nostro sostentamento ma è legato a momenti di piacere e spesso di convivialità. Si mangia molte volte per passare del tempo, per stare insieme o per godere di una particolare coccola. Risolvendo i problemi alimentari spesso miglioriamo la nostra capacità di gestire il piacere e il mondo delle relazioni, che con il cibo hanno generalmente una connessione molto stretta.
Infine, se è da tempo che lotti con il cibo, saprai che attorno a questa problematica ruotano tante emozioni e sensazioni: sensi di colpa, paura, tristezza, rabbia… Riuscire ad avere un rapporto più sano con il cibo è un percorso che può aiutarti a gestire in modo più funzionale il tuo mondo emotivo e a recuperare fiducia in te stesso.
Se questo articolo ti è piaciuto o se pensi che possa aiutare qualcuno che sta affrontando questa difficoltà ti chiedo di condividerlo.
Se vuoi intraprendere un percorso per risolvere il tuo problema o vuoi avere maggiori informazioni, contattami. Sul mio sito trovi tutti i riferimenti.
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